CELLOFAN, IMBALLAGGI FLESSIBILI NEUTRI E STAMPATI, FILM ECOSOSTENIBILI, FILM HI TECH PER I MATERIALI COMPOSITI E LA VULCANIZZAZIONE

Bobine di Film Microforato per il Pane

 

Bobine usate su Macchine Confezionatrici Automatiche (Macchine Flowpack Orizzontali – HFFS, e Verticali – VFFS)

 

Film di Polipropilene Biorientato Coestruso Microforato Termosaldabile per il confezionamento del Pane Fresco

 

 

Vi siete stufati di dannarVi l’anima con la confezionatrice per il pane alle 4 del mattino?

 

Volete ridurre i costi del confezionamento del pane fresco e aumentare i profitti del panificio?

 

Siete arrivati nella pagina web giusta!

 

Dal Fornaio all’Azienda di Panificazione

 

I fornai, per generazioni, hanno avuto uno stile di vita particolare. Da sempre si sono alzati nel cuore della notte per preparare il pane fresco al mattino per la soddisfazione di tutti. Fino a venti, trenta anni fa tutti i panifici erano nei centri storici. Il pane usciva dal forno ed era subito messo nelle ceste del negozio pronto per la vendita. Il lavoro del fornaio era terminato per quel giorno, qualcun’altro (magari la moglie) pensava ad assortire i panini secondo il gusto del cliente, a confezionare il pane e a venderlo durante tutta la giornata.

 

Ma ad un certo punto le cose hanno cominciato a cambiare. Da una parte gestire un panificio in centro storico è diventato sempre più complicato: spazi ristretti, ambienti da adeguare alle nuove normative, difficoltà di circolazione dei camion e mille altre difficoltà. Dall’altra parte i supermercati, la grande distribuzione organizzata, hanno cominciato a vendere il pane nei loro negozi. Infine si è molto sviluppato il mercato del catering: mense aziendali e scolastiche, ospedali, case di riposo per anziani, caserme, carceri. Tutti questi nuovi soggetti sono diventati importanti clienti di pane ma hanno espresso esigenze diverse.

 

I panifici hanno cominciato ad abbandonare la dimensione artigianale per diventare panifici industriali, a trasferirsi dal centro storico nelle zone industriali, e a trasformarsi in vere e proprie aziende di panificazione: ambienti nuovi e spaziosi, macchinari moderni, circolazione dei mezzi facilitata.

 

Tutto un altro lavorare.

 

Ma il lavoro ha cambiato ritmi. Fatto il pane bisogna consegnarlo. Non si tratta più di prendere una cesta e portarla dal retrobottega al negozio, ma di caricare il pane sul furgone ed andarlo a distribuire ai vari clienti. In genere i nuovi impianti sono anche molto più produttivi, non si fa più il quantitativo che andava venduto in un singolo punto vendita. Il furgone deve fare molte consegne, e deve farle presto al mattino, perchè ci sono clienti che comperano all’apertura dei negozi, e vogliono il pane fresco, non quello di ieri. E così anche i furgoni si sono riprodotti, e i chilometri percorsi in ore antelucane, con una fretta tremenda, moltiplicati.

 

Il Film Microforato per il Confezionamento del Pane

 

Presto anche le ceste con il prodotto sfuso sono state in gran parte rimpiazzate con pane confezionato, etichettato e prezzato:

 

  • da una parte per una questione di igiene. Il pane incellofanato è protetto dal contatto diretto, può passare per molte mani, che magari in quel momento non sono perfettamente pulite, e non essere contaminato da sporcizia,  polvere, microbi, e mille altri ammenicoli poco graditi sul cibo, ed arrivare perfetto al consumo. (Questa esigenza di igiene è diventata drammaticamente importante a marzo 2020, quando la pandemia da Covid ha spostato sul pane confezionato una gran parte del mercato);
  • dall’altra per la comodità di distribuzione e di vendita data dall’avere pronte le confezioni con il numero giusto di panini, pesate, prezzate, con il bar code e l’indicazione degli ingredienti, degli allergeni e di tutte le altre diciture obbligatorie per legge.

Il film microforato e le macchine confezionatrici arrivano a questo punto della storia.

 

  • Il pane viene confezionato all’uscita del forno, è ancora caldo e deve cedere il calore e l’umidità residua per non diventare gommoso. Ci vuole un film che permetta il rilascio di tutta l’umidità e sia contemporaneamente abbastanza resistente da non lacerarsi o rompersi durante la movimentazione.
  • Lo sviluppo tecnologico ha risolto il problema mettendo a punto due diversi tipi di film microforati: il film termoretraibile (a base di poliolefine) microforato, ed il film di polipropilene coestruso microforato. Da un punto di vista produttivo i due film sono piuttosto diversi (nessun produttore di termoretraibile fa anche il polipropilene coestruso, e viceversa). I due film richiedono anche macchinari per il confezionamento assai diversi tra di loro.
  • Per il film termoretraibile ci vuole una confezionatrice con un forno di termoretrazione (di solito con saldature a filo, molto popolare è la versione che usa film monopiegato e una barra saldante a “ELLE”). Il polipropilene coestruso, invece, ha bisogno di macchine confezionatrici automatiche (chiamate flowpack).  La soluzione film termoretraibile + macchina con forno di termoretrazione è valida per il pane fresco se i volumi sono ridotti, e le misure delle confezioni sono assai variabili. Inizialmente la macchina costa di meno, e si può usare un unica misura di bobina per fare molte misure di confezioni (con maggiore o minore sfrido, ma questo è un altro discorso).  Ma il forno di termoretrazione consuma moltissima energia per il riscaldamento, e le velocità di confezionamento (a meno di andare su costose macchine automatiche) sono in genere basse.
  • Ma se i volumi sono importanti, si persegue la minimizzazione dei costi e in pochissimo tempo bisogna produrre un numero molto alto di confezioni, la scelta cade per forza sulle macchine confezionatrici automatiche per film flessibili (flexible packaging), sia che si tratti di orizzontali (HFFS = Horizontal Form Fill Seal Machine) che si tratti di verticali (VFFS = Vertical Form Fill Seal Machine). Queste macchine fanno perfettamente questa funzione, non hanno costi iniziali di investimento eccessivi, e il costo finale per il confezionamento è il minimo. Orbene queste confezionatrici utilizzano da anni il film di polipropilene biorientato coestruso, che è la scelta più economica ed affidabile. Basta microforare a caldo il polipropilene ed il gioco è fatto.

 

Tutto bello, Vi chiederete, ma allora perchè mi sto rovinando il fegato sulla confezionatrice?

 

Vi siete alzati all’una del mattino, avete miscelato farina acqua e lievito, impastato, dato forma ai panini, infornato, cotto, sfornato, accesa la confezionatrice, magari avete anche confezionato per un’ora senza problemi, e adesso la macchina non vuol più saperne di darVi i sacchetti con i panini. Parte, fa una ventina di confezioni, poi il film si rompe improvvisamente sul colletto formatore. Allora ci si ferma, si pulisce il colletto formatore, si incorsa nuovamente il film, si fa partire a vuoto la macchina, si buttano via una decina di confezioni vuote, si ricomincia ad alimentare con il prodotto.

 

Tutto a posto?

 

Si.

 

Si, quasi.

 

Si, forse.

 

Ni , ……

 

….. anzi no.

 

La macchina lavora per una trentina di battute e questa volta sono le confezioni che si rompono. Allora siete assaliti dai dubbi esistenziali.

Forse i panini cadono male e rompono il film?

 

Sono usciti più pesanti di quelli di ieri?

 

Hanno una punta dura che lacera?

 

 

Si ricontrolla il tutto, si regola il termostato delle resistenze, si riparte.

 

Adesso, ….. funziona … !! … ??

 

Giusto il tempo di voltarsi, di caricare le confezioni pronte nel furgone e siamo da capo. La confezionatrice non vuol saperne di lavorare come deve. La flowpaccatrice è diventata una nopaccatrice, o meglio una quando-voglio-io-paccatrice, una confezionatrice a singhiozzo.

Avete 4 furgoni fuori del cancello, sono le 6, il primo doveva partire alle 5 per fare il suo giro in tempo, il pane è cotto e pronto ed è uscito perfetto questa mattina, se si sgarra la consegna questa volta salta il contratto con il supermercato, visto che è già successo tre volte nell’ultimo mese, e questa mal….nata macchina non vuole saperne di confezionare!!

Beh, non prendete il mazzuolo e cominciate a distruggerla, probabilmente la colpa non è della flowpack, ma del film che avete comperato.

 

 

Nel Mercato Italiano ci sono Offerte di Film a Basso Prezzo e Qualità Non Uniforme

 

 

Considerate piuttosto questi tre punti sul film:

  • il polipropilene biorientato coestruso microforato può essere ottenuto da diverse qualità di film. Nel mercato della materia prima c’è una qualità ottima, che costa di più e che non crea problemi alle confezionatrici, e delle qualità border-line, (seconde scelte, “primine”) significativamente più economiche, che stanno sul crinale, a volte funzionano senza problemi, a volte funzionano ad intermittenza, a volte non vogliono saperne di andare nemmeno a spingerle. Comperate un bancale di bobine di questa qualità, e se siete fortunati funziona tutto perfettamente per parecchi giorni, e poi improvvisamente la confezionatrice si impianta e imbizzarisce come un cavallo pazzo. E’ inutile guardare se il colore delle bobine punta sul giallino piuttosto che sul grigio ghiaccio, non si risolve nulla. E se ci pensate è logico, c’è un motivo, il film di prima scelta è stato declassato perchè i controlli di qualità hanno trovato dei difetti. Di solito i problemi più frequenti sono l’aspetto (il film non è trasparente), lo spessore non uniforme, la scivolosità e la saldabilità. Il primo difetto è meno importante, gli altri tre sono micidiali nelle confezionatrici automatiche;
  • il film può essere prodotto in uno stabilimento che risiede nell’Unione Europea, o da un produttore extra UE. I film extra UE costano di meno dei film Europei. Costano all’origine assai meno, e anche mettendoci sopra trasporto in container e dazi doganali arrivano in Europa a prezzi significativamente più bassi dei prodotti Comunitari;
  • qualità e velocità della microperforazione. Per fare i fori il film deve passare per un campo di aghi in bronzo, che devono essere riscaldati ad una discreta temperatura (circa 300 C). La punta dell’ago caldo penetra nel film e nello stesso momento lo fora e fonde i bordi del foro, creando una specie di cratere. Se i bordi del cratere non sono fusi bene il foro può creare un innesco alla lacerazione. Il film di polipropilene biorientato coestruso ha ottime caratteristiche meccaniche, fisiche, chimiche, è economico, ha un sacco di vantaggi. Il suo punto debole è la scarsa tenuta alla lacerazione. Basta la punta di un prodotto rigido (il bordo tagliente di un biscotto secco, la punta di una mandorla, il bordo della pasta secca, la punta degli spaghetti) e si crea dapprima l’innesco e poi la lacerazione dell’intero foglio, con successiva rottura della confezione e disastroso spargimento del prodotto confezionato. E’ un problema che esiste già sul film normale, non microforato, tant’è che per risolverlo tutta la pasta alimentare (spaghetti, rigattoni, pennette e via elencando) viene confezionata con film accoppiato. Figurarsi cosa può succedere su un film che è stato deliberatamente sottoposto, su tutta la superficie, ad un campo d’aghi appuntiti. Se la microforatura non viene condotta perfettamente, controllando la temperatura degli aghi e senza privilegiare la velocità di macchina a scapito della qualità del foro, i problemi di lacerazione possono nascere anche magari a metà bobina.

 

 

La Nostra Offerta per il Film Microforato per il Confezionamento del Pane Fresco

 

 

Abbiamo cominciato a microforare a caldo nel 1987. All’inizio abbiamo cercato, come tutti, di fornire pellicola microforata al prezzo più basso possibile, ed abbiamo pertanto acquistato e lavorato film di qualità border line, e spinto le velocità di produzione al massimo. Poi ci siamo accorti che questa strategia può forse funzionare per altri mercati ed altre applicazioni, ma non è valida nel confezionamento del pane. Ogni tanto qualche cliente ci chiamava nel cuore della notte e ci “invitava cordialmente” ad “andare a vedere quel ca…….volo di confezionatrice” che non funzionava con il film economico, o meglio che funzionava con una bobina, e con la successiva si impiantava.

Poichè non siamo abituati ad avere clienti arrabbiati per un certo periodo abbiamo gestito le due qualità in parallelo, a seconda del cliente. Ad un certo punto abbiamo deciso di fornire solamente film di qualità impeccabile.  Nel contempo il sistema di gestione della qualità interno ha esteso anche a questo prodotto la tracciabilità e la rintracciabilità a mezzo del tagliando di controllo della qualità incluso in ciascuna bobina

 

La nostra soluzione per il film di polipropilene biorientato coestruso microforato per il pane adesso prevede:

 

 

  • di utilizzare solamente film di prima scelta, di qualità impeccabile;
  • proveniente da fornitori Europei, preventivamente accreditati;
  • la perforazione a velocità e temperature controllate, privilegiando sempre la qualità del foro alle velocità di lavoro;
  • un controllo di tenuta del film eseguito mediante una prova di strappo su ciascuna bobina figlia;
  • un sistema di piena tracciabilità e rintracciabilità di tutti i lotti produttivi, gestito sia con i documenti di vendita, sia con il sistema di qualità interna, che con il tagliando di controllo della qualità accluso a ciascuna bobina.

Tutto questo costa qualcosa di più della concorrenza, semplicemente perchè già il costo del film di partenza è superiore, ne siamo perfettamente consapevoli.

Ma pensiamo anche che se un’ azienda di panificazione comincia a mettere in conto:

 

  • le ore perdute a vuoto sulla confezionatrice che non funziona,
  • le ore perdute dagli autisti che aspettano il pane confezionato,
  • le penali pagate ai supermercati, ai negozi, o alle aziende di catering per ritardata o mancata consegna,
  • le multe per eccesso di velocità,
  • lo stress degli addetti al confezionamento, degli autisti, della direzione,
  • il film ed il pane buttato,

la comparazione dei costi cambia drasticamente. Non si decide più solamente in base al prezzo al chilo del film, o al prezzo a metro quadrato, ma anche in base al comportamento del film microforato sulla confezionatrice, alla sua efficacia, e alla riduzione o eliminazione totale dei problemi in confezionamento.

 

Non siete convinti? Vi è sorto il dubbio?

 

Contattateci, saremo lieti di parlarne con Voi ed eventualmente organizzare dei test di confezionamento con i nostri film.

 

Per avere ulteriori informazioni telefonate, mandate una email, scrivete a:

 

A. Peruzza S.r.l.

via Portelle, 1 – 31010 Mareno di Piave – Tv – Italia

Telefono: (int + 39) 0438 492335

Email: info@aperuzza.com

 

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Lingua
Film eco sostenibili
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